Come sopravvivere al mutuo per la casa in Giappone


PREMESSA: Grazie a Nostro Signore Iddio non sono (e soprattutto non mi spaccio per) un esperto di economia, finanza o giurisprudenza. E non voglio sembrarlo, nemmeno per isbaglio. Sono un semplice cittadino italiano di 26 anni più 10 di Giappone (che non contano) e qualche consigliuccio da dare a chi vuole ascoltarlo.

Può un gaijin comprare casa in Giappone? Naturalmente! Ma ne vale la pena? Questo dipende da molti fattori. Se intende vivere in Giappone per più di dieci anni, considerati gli affitti, beh, forse sì. Comunque questo è un problema tutto VOSTRO, dovete pensarci VOI. Certo, la casa in Giappone è vista come un bene di consumo, e il valore della casa in sé tende a diminuire nel corso degli anni (un po’ come succede per le macchine). Le case singole (spesso costruite con buon legno, eccellente polistirolo, lucentissimo alluminio e purissima plastica) vengono ricostruite ogni 25-30-35 anni, mentre i condominî (di un cemento più armato di Schwarzenegger in Predator) ogni 40-50 anni. Comunque state tranquilli: l’appezzamento di terreno che si acquista insieme all’edificio, pur essendo il suo valore soggetto a oscillazioni, non ve lo leva nessuno, miei cari.

Qualsiasi straniero (anche in possesso di un semplice visto turistico) ha la possibilità di comprare una proprietà immobiliare in Giappone. Ma deve CACCIARE LE SORDE SUBBITO, o meglio, essere in grado di riuscire a pagarla senza far ricorso a un mutuo presso una banca o una società finanziaria giapponese (naturalmente esiste anche la possibilità di chiedere un prestito a una banca nel proprio Paese di origine o dal proprio cravattaro di fiducia…). Se invece il nostro povero gaijin ha bisogno di un mutuo, le cose cambiano. E di parecchio.

LE BANCHE GIAPPONESI

Innanzitutto è necessario sfatare un mito piuttosto diffuso: quello del presunto “razzismo” delle banche nipponiche nei confronti degli stranieri. La storia delle banche giapponesi che non concedono prestiti agli stranieri perché sono brutte, cattive e razziste, non sta né in cielo né in terra. Come molte altre di quelle leggende metropolitane (che ci piacciono tanto) sul nostro beneamato Impero. Le banche giapponesi? Brutte no, per carità, sono tanto belle quanto asettiche. Fantastiche soprattutto quelle con le impiegate bone. Cattive no, in confronto alla yakuza sono dei bignè. Razziste, beh, diciamo che non si tratta di un problema di razza, ma di un problema di status. E di nogra (nel gergo di Iena: grano) Insomma, dovete guizzare il nogra, o cacciare il contante, che dir si voglia. Vedrete che pirotecnici sorrisi e rutilanti inchini vi faranno quando vi presenterete con i soldi in bocca!

MUTUO E VISTO PERMANENTE

Per chiedere un mutuo a una banca o a una società finanziaria nipponica senza farsi massacrare da tassi di interesse più alti del normale o da garanzie (hoshokin) astronomiche, la parola d’ordine (da stampà tentro i’cciervellett’) è una e una sola: EIJŪKEN VISA (永住権ビザ). Il famigerato, ma tanto inspirato, espirato e sospirato visto permanente (o permanent visa, ottenibile, in genere, dopo 3 anni di matrimonio o almeno 10 anni di domicilio coat… ehm.. residenza ininterrotta in Giappone). Il simpatico visto si ottiene in genere circa 5-6 mesi dopo aver consegnato mezza tonnellata di documenti all’allegra impiegatuccia dell’Ufficio Immigrazione. Senza visto permanente NON dico sia impossibile ottenere un mutuo (ci sono alcune società finanziarie presso cui stranieri e liberi professionisti possono farlo), ma SCURDATEVILLO di ottenerne uno a tasso agevolato presso le maggiori banche (UFJ, Mitsui Sumitomo & compagnia bella – ora, tra parentesi, i tassi agevolati sono ai MINIMI STORICI!!). Diciamo che è più facile vincere al Loto 6.

Insomma, avere l’Eijuken facilita molto le cose: serve ad impedire che le banche vi vampirizzino, permettendovi di prendere in prestito il denaro con gli stessi vantaggi che vengono riservati agli augusti sudditi dell’Impero. Anche solo il fatto di poter dimostrare di aver fatto domanda per il permanent visa (l’ufficio immigrazione vi schiafferà un timbro sul passaporto) può in qualche modo facilitare la richiesta del prestito o, addirittura la riduzione del tasso d’interesse!

GARANZIE

Certo, anche essere sposati con un/a cittadino/a giapponese può influire molto sull’esito della vostra richiesta, è una garanzia in più. State solo molto attenti a non sposare una di quelle vecchie carampane che vi promettono il visto in cambio del vostro puro e incondizionato ammmore. E comunque, anche questi sono fattacci vostri. Andiamo avanti.

Una spesa che può rivelarsi difficile da digerire (e che aumenta dolorosamente per chi è straniero senza visto permanente, per chi – straniero o giapponese – non ha uno stipendio troppo alto, per chi ancora non ha alle spalle almeno tre anni di esperienza lavorativa nella stessa ditta, per chi vive under the bridges, ecc…) è lo hoshōkin (保証金), ovvero la garanzia. Alcune banche o società non la richiedono, e il suo ammontare (in genere si tratta di una cifra compresa tra i 300mila e i 900mila yen – una TRANVATA GALATTICA!), varia anche a seconda della somma che si intende prendere in prestito.

Ma questo è solo un assaggino: ora viene il colpo di grazia alla noce del capocollo: l’ atamakin (頭金), una somma di denaro che corrisponde, in genere, al 20% (se va male al 30%) del prezzo dell’immobile, da versare al momento del pagamento; una garanzia in più che può esserci richiesta da chi ci concede il prestito. Sono in molti ad arenarsi qui: soprattutto gli stranieri non sposati o senza visto permanente (insomma, quelli che –secondo le banche giapponesi- possono ancora fuggire dal Giappone), i disgrazieti e i barbun.

ALTRE SPESE

Quando si acquista un immobile, è necessario anche tenere conto di tante altre “piccole” spese (la parcella per il notaio che provvederà alla registrazione dell’immobile, le marche da bollo necessarie per le varie procedure, l’assicurazione contro incendi, inondazioni, terremoti, tsunami, cavallette, meteoriti e così via), insomma, bisogna pensare a più o meno altri 50 Fukuzawa Yukichi che abbandonano il nostro stanco portafogli.

ALTRI VANTAGGI E SVANTAGGI

Ah, dimenticavo: chi fa un mutuo su una casa (con superficie calpestabile superiore ai 50mq.) non più vecchia di 20-25 anni, ha attualmente diritto, per 10 anni, a una PORTENTOSA detrazione fiscale (pari all’ 1% del debito residuo). Ma bisogna approfittarne subito. Come bisogna approfittare, finché si può, della tassa di consumo (shōhizei 消費税) al 5% (che l’anno prossimo aumenterà all’8 e, in un futuro non troppo lontano, al 10%), la quale, comunque, viene imposta solo sull’abitazione in sé e non sul terreno – e comunque, anche se non sembra, sono tanti altri Yukichi che ci dicono saraba.

Tuttavia, nonostante questi benefizî i fieri et illuminati proprietarî di una casa in Giappone devono pagare la tassa annuale sui beni immobili (kotei shisanzei固定資産税), calcolata in base al valore dell’abitazione e del terreno: calcolate, per un appartamento di 70mq. a Osaka, una dozzina di Yukichi in fuga.

Oggi il momento per comprar casa in Giappone è (come ho già detto) decisamente propizio (si possono fare mutui a tasso variabile a partire dallo 0,875%! Questo è il vantaggio più grande!). Tuttavia, le oscure manovre di risanamento economico del governo Abe possono portare a un prossimo aumento dei tassi d’interesse… che succederà? Solo Giucas Casella e il Divino Otelma (vedi video) lo sanno.

http://www.youtube.com/watch?v=ow0kQBwWZxc

17 pensieri su “Come sopravvivere al mutuo per la casa in Giappone

  1. bell`articolo! chiaro su tutti i passaggi.. una delle cose che mi hanno piu` trattenuto finora dall`intraprendere il tortuoso percorso dell`acquisto di una casa qui in Giappone e` il problema della svalutazione degli immobili qui in Sol Levante.. comprare un immobile (non parlo del terreno) non si rivela un investimento fruttuoso se si vuole in seguito rivendere la casa…a differenza di cio` che accade in altri paesi.. ma comunque prima o poi mi tocchera`…

    • Eh, bisogna pensarci bene. Io ho pensato di comprarmi una manshon qua a Osaka dopo aver fatto il calcolo di tutti i soldi che ho lasciato in 8 anni di affitto… tanti… troppi. Certo, le case col tempo si svalutano (poi bisogna pensare alle spese di ristrutturazione), ma continuando a stare in affitto, alla lunga, si perdono piu’ soldi, secondo me. Comprando una manshon quasi nuova, non troppo grande MA strategicamente vicina a una stazione importante, diventa piu’ facile in futuro rivenderla a un prezzo decente o affittarla se poi, in futuro, si decide di cambiar casa.

  2. Articolo molto interessante, esauriente ed utile! Mi è piaciuto molto. 🙂
    Dubito seriamente che io e mio marito accenderemo un mutuo in Giappone (ora come ora siamo più concentrati a sopravvivere e ad andarcene da Tokyo, lol!), ma non si sa mai… e in caso è sempre meglio avere quante più informazioni possibile.

  3. Sono impressionato dalla qualit delle informazioni su questo sito. Ci sono un sacco di buone risorse qui. Sono sicuro che visiter di nuovo il vostro blog molto presto.

  4. Ciao a tutti sono Renato da firenze.bene,veniamo alla mia domanda!..la mia idea è quella di comprare una casetta vacanze in giappone da tenere pressochè a vita non troppo grande magari vicino al mare per passarci le vacanze.Non ho pretese di nessun tipo se non quelle che duri ( che già di persè mi sembra una bella pretesa)All’inizio mi piaceva una di quelle tradizionali anche datata ma credo che le abbiano tirate giù praticamente tutte.Quindi la mia domanda è questa.. prezzi?agenzie?contatti?quanto costano ste case di periferia?diciamo una 70 di mq niente di hollywodiano.Grazie Renato

  5. Buongiorno;
    avrei un quesito, cui dopo svariate ricerche in internet da parte mia e, richieste presso l’ufficio immigrazione da parte della mia fidanzata, non sono riuscito a trovare alcuna risposta certa.
    Le spiego la mia situazione.
    Devo sposarmi con la mia fidanzata e trasferirmi nel suo paese, il Giappone. Purtroppo, essendo figlio unico, non me la sento di abbandonare i miei genitori; anche in considerazione del fatto che mi padre soffre di una malattia degenerativa. Ergo, vorrei che i miei genitori venissero assieme a me. I miei genitori non sono persone ricche; tuttavia, potrebbero acquistare una casa in Giappone (nello stesso stabile in cui andrò a vivere con la mia compagna), oltre a ciò mio padre ha una pensione lavorativa dignitosa. Capisco che il questo articolo tratta un altro argomento; tuttavia, se in Italia un cittadino giapponese può fare richiesta di residenza elettiva; possibile che un cittadino italiano non possa fare altrettanto in Giappone? Non dovrebbero essere accordi bilaterali? Finora, nessuno ha saputo darmi una risposta, nemmeno in Giappone. Oppure, una volta sposato con la mia fidanzata, potrei fare l’applicazione per in dependent visa? Tuttavia, da ciò che mi sembra di aver capito, questo visto particolare, riguarda solo i figli, non i genitori.
    Vi ringrazio infinitamente e mi scuso per il lungo messaggio.

    • Grazie mille per l’incoraggiamento! 🙂 Non scrivo tanto qui sul burogu per mancanza di tempo, ma appena posso mi ci rimetto, nella speranza di dare qualche info utile e nel frattempo far fare qualche risata (che non guasta mai!) a chi capita qui! 😉

  6. Testo inframmezzato da innumerevoli e sgradevoli espressioni dialettali italiane spesso non comprensibili, che a te paiono simpatiche, ma non lo sono affatto. Inoltre vi sono molte parole giapponesi dal significato ignoto ai piu’ che non aiutano per niente a capire cosa si dovrebbe fare per comprare casa. Per questo do una valutazione negativa al tuo articolo.

    • Buongiovno, mio cavissimo lettove, mi scusi se col mio avticolo ho uvtato in modo ivvepavabile la Sua fvagile sensibilità, ma la prego, non mi dii una valutazione negativa pevché sennò poi i miei supeviovi si avvabbiano peggio di Kenshivo e mi scavaventano fuovi dal buvogu a calci nel devetano, e poi mi tocca andave a lavovave. Confido nella Sua infinita misevicovdia.

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