Il mio grosso grasso matrimonio giapponese – parte seconda


E alla fine la figlia di mio marito s’è sposata.. Alèèè alè alè alèèèè….
Ehm. Ma andiamo con ordine.
Ai primi di marzo – sarei partita il giorno dopo per un mese in Europa – abbiamo incontrato di nuovo i signori Hanada, stavolta tutti insieme: noi coi due figli e nonna al seguito, loro con tre figli. Eravamo tutti in ghingheri, visto il pranzo “ufficiale”, e abbiamo mangiato godendoci un bel panorama al ventiduesimo piano dell’hotel dove si terranno la cerimonia e la festa in luglio. Mangiato per modo di dire perché non c’era quasi niente che si confacesse ai miei gusti e alle mie necessità, tant’è che ho deciso che il giorno del matrimonio mangerò a casa mia  ^_^
Abbiamo avuto la conferma che la famiglia dello sposo è simpatica e alla mano, perfino il secondogenito è riuscito a far ridere “mio” figlio, che a dire il vero con la nonna appresso non era molto esultante.
Non ci siamo fatti mancare il discorso ufficiale del futuro sposo con tanto di consegna dell’anello…
Dopo il pranzo noi genitori degli sposi siamo scesi al sesto piano dove c’è il negozio che noleggia gli abiti da cerimonia, aiuta nella vestizione, nell’acconciatura e nel trucco. Credo che io dovrò presentarmi una settimana prima!!! Tornando al negozio…. Brivido, terrore e raccapriccio, c’erano certi vestiti per le spose coloratissimi e talmente “baldanzosi” che nemmeno Rossella O’Hara li avrebbe presi in considerazione.
Purtroppo è praticamente d’obbligo il frac per il padre e il kimono nero per la madre.
Per primi i due ometti hanno provato il loro costume da pinguino mentre noi mogli sghignazzavamo. Mio marito, giulivo quanto un castoro di fronte a un plotone d’esecuzione, aveva una postura degna di un serpente che fa la verticale, anzi sembrava proprio una esse, col petto in dentro e la pancia in fuori. Affare fatto: noleggio del frac per la modica cifra di 30000 yen. Neanche avesse avuto altre chances…
Poi è venuta l’ora delle signore. La commessa leggendomi nel pensiero mi ha detto che il negozio noleggia solo kimono e non abiti da donna in stile occidentale (“Perfetto – pensavo io – così ho la scusa buona per comprarmi il vestito Made in Italy”). In ogni caso sia io che la madre dello sposo li abbiamo provati tutti. Quello che piaceva a me costava  SOLO 63000 yen per le 4 ore di noleggio necessarie e comunque personalmente ritengo ridicola l’idea di indossare un kimono, perciò ho deciso all’istante che alla cerimonia indosserò qualcosa di MIO, in tutti i sensi.
E così due giorni dopo sono atterrata in Italia e grazie all’aiuto del fido parentado (♥) ho trovato un abito in seta splendido e non nient’affatto da babbiona, delle scarpe che Cenerentola neanche se le sogna, una pochette perfetta e perfino una collana di perle Made in England, un tocco di Royal Family non guasta mai, non vi pare?
Nel frattempo, in Giappone era giunto il 25° compleanno della figlia, e la coppia, come promesso, è andata al Comune a depositare la dichiarazione di matrimonio e su due piedi s’è ritrovata sposata!
Dopo un paio di settimane l’appartamento era pronto e i due sono andati a vivere insieme. Caspiterina, cosa mi devo essere persa: il trasloco di centinaia di cosmetici, pupazzi ormai spelati e asciugamanini coi disegni di Topolino e Winnie the Pooh!
Per fortuna al mio rientro, ai primi di aprile, ho trovato una casa senza le consuete cianfrusaglie in ogni stanza e soprattutto senza figli – il maschio è andato a studiare e vive in un dormitorio, dove immagino si sollazzi un mondo senza sua nonna sul collo.
Intanto sia gli sposi che i consuoceri sono già venuti in visita, qualcuno aveva nostalgia di casa e ha pure voluto dormire qua! Come da consuetudine locale, nessuno di noi è mai stato invitato nella reggia degli sposini e l’unica cosa che possiamo vedere quando passiamo di là è la biancheria stesa in balcone.
Nel complesso devo dire che questo maritaggio, almeno per ora, e non oso pensare all’avvento di eventuali nipotini, si sta rivelando piuttosto vantaggioso per la mia salute e molto positivo per il “mio” matrimonio.
Non resta che vedere cosa succederà il 20 luglio!

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