In questi giorni il Japan times ha riportato le scuse della Società giapponese per l’intelligenza artificiale. Le loro colpe? Aver utilizzato l’immagine accanto per la copertina della loro rivista scientifica. La copertina – scelta in base ad una competizione pubblica – è stata (ma non è riportato da chi) ritenuta discriminatoria e sessista.
L’immagine ha molti errori concettuali e tecnici (vedi dopo per un’analisi semiseria) ed è forse più adatta ad un manga che ad una rivista scientifica, ma è comunque rappresentativa del diffuso uso che la società giapponese pubblica e privata fa di figure disegnate – in prevalenza femminili – per trasmettere un messaggio. Metropolitana, polizia, pompieri hanno tutti varie mascotte e character che utilizzano in poster e pubblicità.
Ad esempio questo qui accanto è un poster che invita ad arruolarsi nelle forze di autodifesa giapponese.
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La ragazza in copertina ricorda Kyoko Otonashi di Maison Ikkoku, sarà un caso? 🙂
Potrebbe essere. Non so chi sia l’autore ma non credo sia la Takahashi.
l’immagine iconica di Kyoko (almeno per quanto mi ricordo io) era che spazzava fuori della casa,
sicuramente l’autore si è ispirato come stile…
Esatto, con le pantofole e il grembiule. Un po’ l’icona della donna di casa giapponese
Ci sono molte donne giapponesi che non sarebbero d’accordo, ma è sicuramente iconica. Ora che ci penso è iconica per gli anni ’80?
In effetti il design, come dici giustamente tu è un po’ lontano da quello attuale..
Sì, un’icona d’antan anni 80 come Kyoko 🙂