E’ arrivato il momento di parlare di case. Forse.
Quando dici “Abito in Giappone” c’è chi pensa che tu viva in una casa di legno di 180 ettari, tutta aperta, senza porte né finestre, coi tatami per terra (stuoie di paglia di riso), dove cammini scalzo indossando il kimono, pettinato stile Miyamoto Musashi, il grande spadaccino – oppure agghindata da geisha – ammiri il giardino zen seduto sorseggiando un tè verde e dormi per terra col capo poggiato su un pezzo di legno. Oppure c’è chi immagina tu viva in un mini-loculo di un palazzo tutto automatizzato di acciaio, vetro e cemento con vista su Tokyo, Kyoto, Osaka e il monte Fuji contemporaneamente, perché il Giappone È Tokyo-Kyoto-Osaka-Fuji e nient’altro. Forse.
Ma io no. Io abito ai piedi delle colline a sud-est del centro di Hiroshima (sì, quella della bomba atomica) in una casa indipendente di due piani con giardino, con vista, da est a nord: casa dei vicini, erbacce e colline incolte, case dei vicini amici e lontani (!), canaletto e stupendo panorama del nostro danchi, come qui chiamano queste nuove zone residenziali costituite da villette.
(Danchi in realtà sono dei palazzoni di proprietà dello stato, che vengono affittati a prezzi vantaggiosi a chi viene sorteggiato, l’equivalente delle nostre case popolari. Ma in questa zona vengono chiamati così anche questi quartieri residenziali relativamente nuovi composti da villette indipendenti juutaku).
Eh sì, “nuove” perché, vedi figliolo, fino a 20-25 anni fa qui era tutta collina!! Qualcuno è riuscito a tagliare la roccia, a terrazzare la zona e a costruire tante belle casine tutte color topo di fogna infestato dai pidocchi. Da un anno e mezzo comunque molte case sono state riverniciate perché ormai hanno i loro 10-18 anni. Ed ecco, alla faccia di Burano, un fiorire di varie tonalità di rosa, giallino verde pallido o giallo canarino, verde smeraldo, beige-marroncino chiaro il quale, se frequentate il Giappone, sapete bene che è uno dei colori preferiti, col rosa e l’azzurro, vedi lenzuola, asciugamani, cuscini, tappeti, tende, vestiario, cappelli, borse … Tornando alla tinteggiatura, per i più “sani di mente”, case bianche, avorio e di tinte più neutre e “caserecce”.
Ebbene, la nostra casa è stata fatta costruire da mio marito per la sua famiglia nel 1999 e finirà di pagarla nel XXII secolo. Forse.
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