
Nishina (a destra) implora inutilmente i militari americani di non gettare i ciclotroni nella baia di Tokyo
Parleremo di questo argomento con gli amici di Radio3Scienza alle 11:30 italiane del 6 Agosto: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1314fddc-9281-42dc-9229-297d4febf5c8.html?refresh_ce
Il 6 Agosto 1945 la città di Hiroshima fu rasa al suolo dal primo ordigno nucleare della storia: circa 140.000 giapponesi furono uccisi istantaneamente dall’esplosione o morirono successivamente a causa delle ustioni e delle radiazioni.
La bomba, denominata Little boy, era di concezione semplice quanto efficace: un esplosivo convenzionale lanciava un cilindro cavo di uranio verso una serie di dischi dello stesso materiale. Il materiale fissile raggiungeva un peso complessivo di 64 chili, superiore alla massa critica necessaria per innescare una reazione nucleare a catena dal potere distruttivo di 11 chilotoni, equivalente cioè a 11.000 tonnellate di esplosivo convenzionale.
Solo grazie agli enormi mezzi ed investimenti degli Usa – più di due miliardi di dollari dell’epoca, convogliati nel segretissimo progetto Manhattan – fu possibile impiegare a fini bellici le ultime scoperte della fisica nucleare. Liberando le energie che tengono insieme i nuclei atomici, si sviluppava una forza distruttiva milioni di volte più potente di quella degli esplosivi chimici basati sui meri legami molecolari. Continua a leggere