
Unico scatto digitale che includerò: Le ZZZ’s.
Un po’ di tempo fa son stato contattato da un editor di Subbacultha, un magazine olandese. Stavano preparando uno special sul Giappone e avevano un’intervista con una band di Osaka, da pubblicare sul numero, mi chiedevano quindi di fare lo shooting della band per avere qualche foto da allegare all`intervista. Ho gentilmente declinato, come altre volte ho fatto. Non ho giorni liberi durante la settimana, e non sono un fotografo professionista quindi ste cose di solito non mi interessano. Ho passato il lavoro ad un’amica, molto più brava di me a mio avviso, ma niente. Hanno insistito perché facessi io lo shooting! A quanto pare il mio stile si adattava meglio al genere di foto della rivista, specie per l’analogico. Bang. Non avrei mai pensato che volessero il lavoro fatto sul film. Qui hanno toccato un nervo scoperto, e ho quindi accettato di farlo, a patto che riuscissero a sistemarlo durante il week end.
Breve scambio di mail e salta fuori tutto.
Il gruppo è un trio femminile di Amagasaki, la zona industriale proletaria di Osaka, le ZZZ`s, e fanno un post-punk-noise decisamente fico. È proprio il genere di musica che mi piace e comincio ad ascoltare i pochi brani che trovo su youtube per entrare nella parte, per capire come è meglio fare il tutto. Hanno un concerto il sabato, ad Osaka, quindi decidiamo di vederci leggermente prima del sound-check, fare qualche foto di riscaldamento li e passare alle cose serie dopo, prima del concerto. In tutto dovremmo avere 2 ore abbondanti.
Trattandosi di analogico coinvolgo il mio amico Steve, con il quale spesso andiamo a scattare per le vie di Osaka. Inoltre non essendo professionisti raggiungiamo con l`editor l’accordo di fare il servizio anche in digitale, per avere una copertura in caso le foto analogiche vengano uno schifo, non si sa mai eh.
Insomma si comincia. Il mio setting è abbastanza semplice, mi porto la Yashica Slim T, per usare il flash, Nikon FE con il 35mm F2, la Konica T3 con il 40mm F1.8. Una manciata di rulli nella borsa, Portra 400, Natura 1600, Kodak BWCN 400, e qualcosa che ho ancora in macchina. Ovviamente la Canon60D con il 50 F1.4 ed il mio tutto fare 28-135 IS USM. Questi i dettagli tecnici per i pruriginosi.

Arriviamo in orario perfetto, entriamo e troviamo le ragazze in una stanza un po’ buia, dietro al palco, aspettano il loro turno per il sound-check fumando sigarette e bevendo caffe nei divanetti della saletta. La stessa sera suonano parecchie altre band, qualcuno è li nella saletta insieme a noi, chi tiene la chitarra in mano, strimpella prova accordi, chi chiacchera o gioca con l`onnipresente smart-phone. Dal palco arriva un sound che farebbe addrizzare le orecchie anche Thurston Moore.
Scambiamo qualche convenevole e cominciamo subito a scattare qualche foto alle ragazze, per vedere come reagiscono davanti alla macchina, per capire noi stessi il modo migliore per farle apparire per quella punk band che sono. Loro sono simpatiche, a loro agio davanti agli obiettivi, eseguono le poche cose che chiediamo perfettamente, insomma sono in gamba. Simpatiche e sorridenti, e la loro immagine stride con il suono oscuro che ho sentito dai clip sul tubo.

Arriva il loro turno per il check, salgono sul palco, e cominciano a sistemare cavi, jack, e tutta la strumentazione. Un attimo di raccoglimento poi iniziano. Lyn Zs, la batterista, si mette le mani davanti alla faccia a coprire gli occhi, butta in avanti i capelli, e comincia a pestare in modo sordo e potente sulla grancassa. BAM …….BAM……..BAM……BAM…. Il rumore riempie la stanzetta, le vibrazioni arrivano al petto, Zs Youkaku, chitarra, collega i suoi jack all’ampli, un plettro le luccica tra le dita, sollevato nell’aria, per un secondo sospeso, poi la mano scende sulle corde, e comincia a …..non so che faceva, per me stava testando il punto di rottura di grossi marshall ai quali è attaccata. Nello stesso momento Zs Yukari attacca con il basso e di colpo sembra che una band di bikers siano sul palco a far rombare i motori.
Una band di noise che fa i sound-check me la immaginavo proprio così. Rumore puro, suoni graffianti, e melodie che si insinuano tra le note sbilenche e potenti. Prima si prova quanto resiste la baracca, poi si suona. E così via, cominciano a suonare, noi ci defiliamo. Facciamo un giro fuori, scegliamo un paio di punti nella zona dove scattare ci prendiamo un bel caffè Illy in un baretto a Shinsaibashi.
Le ragazze ci chiamano, sound-check finito. Andiamo a prenderle e comincia il divertimento. Mentre camminiamo per strada scattiamo qualche foto. Il piano è avere un set di scatti molto naturali che escano dagli schemi delle solite foto da band. Vogliono andare a mangiare qualcosa. Ok. Questo rosicchierà un po’ di tempo, ma ci stiamo. Mentre aspettiamo che arrivi quello che hanno ordinato, continuiamo a scattare. Ricevono una telefonata. Il concerto comincerà prima, Abbiam solo 30 minuti scarsi per finire con le foto, ma praticamente non abbiam nemmeno cominciato……Ok, trangugiano diligentemente i loro burgers, mettono i caffe avanzati dentro bicchieri di carta e andiamo. Usciamo, piove. Cazzo. Ed altre parolacce che non sto a ripetere. Chiedo alle ragazze se vogliono un ombrello, e loro ridacchiano e scherzano, dicono di no, che gli ombrelli non sono carini nelle foto e loro sono delle dure. Bello.
Mi piacciono ste 3. Riusciamo ad andare in un paio dei posti che avevamo stabilito, , consumiamo rulli e scattiamo come se fosse lo shooting della nostra vita, dal quale dipende non so cosa. E alla fine è ora di andare, riaccompagniamo le ragazze al locale, ci fanno entrare con loro. Abbiam finito e com’è andata è andata. Ci invitano al concerto, ma abbiam altre cosette da fare purtroppo, ci regalano una spilletta della band, un adesivo ed un CD, roba seria, ancora me lo sto ascoltando. Ritorniamo con loro nella stanza con i divanetti, davvero carinamente ci fanno un bel caffe e chiacchieriamo, la loro prossima tournée e i posti dove son già state, la scena noise di Osaka e così via Mi scappa qualche altra foto, ma più rilassato adesso, confido in quello che abbiam già messo in cantiere. E via, ci si saluta.

Contatto l’editor di Subbacultha, vogliono 10-15 foto. Io gli mando circa una 20ina di scatti in analogico ed altrettanti in digitale tra quelli miei e di Steve. Ampia scelta.
Aspetto, Finalmente mi contattano! È uscito il numero, link, controllo. Ummmm Hanno scelto solo due foto, fatte in digitale ed entrambe di Steve! Ahah. Amen.
Insomma…..ci siam divertiti, è stato bello che il nostro stile sia piaciuto, che ci abbiano chiesto di fare il tutto in analogico, ma poi è andata come è andata. Ovviamente il servizio è pagato, ma essendo una piccola rivista indipendente, quanto ci danno non ve lo dico neanche, a malapena ci ripaghiamo il costo delle pellicole che abbiamo usato. Lo rifarei? Certo che si! Un po’ di buona musica, qualcosa di diverso dal solito, una nuova band conosciuta, un pomeriggio a scattare con Steve è sempre un piacere.
Spero non vi aspettiate una sorta di morale da questa storia perché non c’è. Ma io, come sempre, mi son divertito.

Loro sono le ZZZ’s e suonano da paura.
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