“Una volta, monaci, qui a Rajagaha, Suppabuddha il lebbroso era il figlio di un ricco usuraio. Mentre veniva accompagnato in un parco, vide Tagarasikhi il Buddha Solitario che andava in cerca di elemosina in città. Nel vederlo, pensò: ‘Chi è quel lebbroso errante?’ Dopo aver sputato e irriverentemente girato intorno sulla sinistra di Tagarasikhi il Buddha Solitario, andò via. Come risultato di quell’azione si consumò nell’inferno per molti anni, molte centinaia di anni, molte migliaia di anni, molte centinaia di migliaia di anni.”
(Il lebbroso, kutthi sutta, da Udāna o “detti solenni del Buddha”)
La notte del 1 agosto 1951, nel villaggio di Kikuchi (prov. di Kumamoto), qualcuno solleva la zanzariera sotto cui dormiva un ex impiegato dell’ufficio di salute pubblica e suo figlio per introdurvi un candelotto di dinamite acceso. Il candelotto esplode solo parzialmente ferendo leggermente l’impiegato e il bambino (giudicati guaribili in circa una settimana). Ad essere arrestato è Fujimoto Matsuo 藤本松夫, all’epoca ventinovenne, che viene condannato a dieci anni di reclusione per tentato omicidio e detenzione illegale di materiale esplosivo. Inutili la procalamazione di innocenza di Fujimoto e il ricorso nei tre gradi di giudizio.
L’anno dopo, il 16 giugno, Fujimoto evade dal centro di detenzione. Tre settimane più tardi il corpo senza vita dell’impiegato di cui sopra viene trovato con i segni di venti pugnalate. Continua a leggere